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Il ritratto di Maria Chiara Carrozza

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Come e se cambierà il panorama con Maria Chiara Carrozza ministro dell’istruzione

Maria Chiara CarrozzaMaria Chiara Carrozza è stata nominata ministro dell’istruzione. Una nomina inserita, storicamente, in una pagina sempre aperta e il perché non è un mistero. Al di là dell’attenzione e della giusta componente passionale che può suscitare nello spettatore neutrale, la questione della formazione riguarda da vicino almeno tre categorie: quella degli addetti ai lavori, siano essi maestri, ricercatori, professori che ne hanno fatto il loro impiego e cercano di instradare sulla retta via migliaia di studenti; quella degli studenti stessi che costruiscono tassello dopo tassello il loro futuro migliore tra scelte quasi mai definitive; quella dei genitori, disposti a tutto pur di offire una buona istruzione ai figli. Facendo due conti, la porzione di teste interessate da questo discorso appare piuttosto corposa.

Anche per questo la riforma del precedente Ministro Gelmini è stata criticata aspramente da diversi poli, tenendo però presente che la componente politica ha giocato un ruolo fondamentale. Ecco, nelle righe che seguono cercheremo di isolare, o per meglio dire arginare il discorso politico, per delineare la figura del nuovo Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza. Forse una pausa dal discorso politico è concessa, almeno temporaneamente, proprio con lei che in politica c’è entrata da una manciata di secondi, quelle elezioni nazionali del Febbraio scorso, dov’è stata candidata come capolista in Toscana per il PD e poi eletta alla Camera.

Dal 28 Aprile 2013 è cominciata la sua attività politica come Ministro nel Governo Letta. Nata a Pisa, giovane classe 1965, donna, requisiti che talvolta sembrano sufficienti, almeno sulla carta del populismo, per ricoprire un così alto incarico pubblico, Maria Chiara Carrozza è laureata in fisica dal 1990 e vanta un dottorato di ricerca in Ingegneria (la stessa disciplina del suo predecessore Francesco Profumo), conseguito alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Nella stessa università insegna regolarmente bioingegneria ed è anche stata rettore dal 2007 fino all’entrata in politica. Più brevemente potremmo dire che è una scienziata. Non renderebbe però giustizia ai numerosi progetti all’attivo e alle ricerche che ha portato avanti nell’ambito della biomeccatronica, bioingegneria, robotica, capaci di conferire familiarità al suo nome, non solo in Italia, ma anche e soprattuto all’estero, come in Giappone o in Cina. L’eccellenza nella bioingegneria della riabilitazione, l’ha portata alla realizzazione di supporti per disabili, ad esempio. A tutto questo si aggiungono decine di pubblicazioni sugli argomenti di cui sopra e circa 15 brevetti. È anche madre di due figli.

Nelle numerose interviste e dichiarazioni raccolte dopo l’incarico come ministro, è emerso l’interesse a voler conferire importanza e stabilità al ruolo dell’istruzione: “È bene ricordare agli italiani che l’istruzione e la conoscenza sono pedine fondamentali per la ripresa culturale ed economica dell’Italia” – ha dichiarato il nuovo ministro, poi spostando l’asse sulla delicata questione della meritocrazia – “Dobbiamo aiutare i meritevoli a studiare secondo i dettami della Costituzione Italiana, dare fiducia ai ricercatori e offrire nuove motivazioni a tutto il corpo insegnante”.

Nella prima uscita ufficiale come ministro, la Carrozza si è recata all’Università San Raffaele di Milano e non ha mancato di rilasciare dichiarazioni che, siamo sicuri, porteranno con loro degli strascichi pungenti. Alla inevitabile domanda riguardante la Riforma Gelmini, Maria Chiara Carrozza ha risposto: “Ci sono punti che necessitano di cambiamento, ma la modifica della riforma Gelimini non è una mia priorità”. Ha poi continuato: “Questa è una fase in cui va privilegiato l’insegnamento. Mi sembra opportuno, nel momento in cui un ministro si insedia, l’incontro con tutte le figure istituzionali, dai professori, ai rettori, agli studenti, anche per confrontarsi su quale sia il pensiero di tali figure sulla situazione attuale dell’università. Alla fine di questo giro di incontri – ha concluso – definiremo le priorità del governo”.

Le parole pronunciate da Maria Chiara Carrozza hanno fatto emergere da un lato prudenza, non solo su quali saranno i progetti futuri del ministero, ma anche su quali siano le premesse dello stesso; dall’altro, hanno evidenziano la mancanza di riferimenti a gradi di istruzione che non siano universitari, ambito forse troppo esclusivo nel curriculum del nuovo ministro. Visti i pochi giorni di lavoro del nuovo governo non è possibile azzardare alcun giudizio parziale o definitivo su quali siano le mancanze o i meriti del suo operato. La sensazione è tuttavia quella di una prudenza che potrebbe prolungarsi ancora per un periodo consistente, inserita in una fase di stallo che abbraccia non solo il mondo dell’istruzione, ma l’intera situazione italiana. Lecito chiedersi se qualcosa cambierà e in quali tempi.

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